Le Willis di Giacomo Puccini

leggenda in un atto in due parti di Ferinando Fontana
edizione critica a cura di Martin Deasy
editore Casa Ricordi, Milano

prima esecuzione italiana in tempi moderni

Selene Zanetti Anna
Kang Wang Roberto
Vladimir Stoyanov Guglielmo Gulf

Omer Meir Wellber direttore
Filarmonica Arturo Toscanini

Martino Faggiani maestro del coro
Camerata musicale di Parma

Filippo Ferraresi progetto drammaturgico e regia
Guido Buganza elementi scenici

Silvia Layla Danza dei giri Dervish

Figuranti Clelia Biasi, Tecla Ferretti, Monica Giarrusso, Virna Gioiellieri, Giovanna Iannoccari, Marina Lenardon, Luna Malvaso, Simona Mari, Marta Miccoli, Margherita Morelli, Clelia Semeraro, Esmeralda Sula, Shreeyukata Thapa, Marialetizia Ventrella, Drusilla Yamoah, Viola Zanelli

Produzione Festival Toscanini 2022

Le Willis, prima versione praticamente sconosciuta dell’opera giovanile di Giacomo Puccini, dopo l’unica rappresentazione del 1884 viene eseguita per la prima volta in Italia in tempi moderni quale titolo inaugurale dell’Edizione I del Festival Toscanini 2022 di Parma. Arriva al Teatro del Giglio subito dopo il debutto parmense. Dirigerà la Filarmonica Toscanini il direttore Musicale del Festival, Omer Meir Wellber. La regia affidata a Filippo Ferraresi

La serata inaugurale del Festival Toscanini – Edizione I, il 5 giugno a Parma – Auditorium Paganini, vedrà la prima esecuzione, dopo l’unica rappresentazione del 1884, dell’opera giovanile di Giacomo PucciniLe Willis, con la quale il ventiseienne e ancora sconosciuto compositore si presentò al concorso indetto dall’editore Sonzogno. La partitura fu al centro di un’interessante vicenda, in grado di determinare le sorti della carriera del giovane Puccini. Dirigerà la Filarmonica Toscanini Omer Meir Wellber, Direttore Musicale del Festival, al suo debutto operistico a Parma. Le Willis saranno quindi replicate il 7 giugno (alle ore 21) al Teatro del Giglio di Lucca, come ulteriore omaggio alla memoria pucciniana.

Il soprano Selene Zanetti interpreterà Anna, il tenore Kang Wang, Roberto e il baritono Vladimir Stoyanov, Guglielmo Gulf.  

Il Coro è quello della Camerata Musicale di Parma diretto da Martino Faggiani.

L’edizione critica de Le Willis, curata da Martin Deasy, è frutto di un’ampia recensione delle fonti sopravvissute ed è stata ricostruita a partire dalle due parti del manoscritto di Giacomo Puccini conservate presso la Morgan Library & Museum di New York e l’Archivio Ricordi di Milano.

Le Willis di Puccini verrà realizzata in forma semiscenica, con figuranti, un danzatore e un corpo di ballo. La regia è stata affidata a Filippo Ferraresi, al suo esordio nella regia d’opera dopo diversi anni a fianco di Romeo Castellucci e nelle file del Cirque du Soleil e dopo aver debuttato al Piccolo di Milano con una sua produzione nella stagione in corso.

Queste le parole del Direttore Artistico del Teatro del Giglio, Maestro Jonathan Brandani: «Il Teatro del Giglio - in collaborazione con il Festival Toscanini 2022 di Parma - è orgoglioso di poter presentare a Lucca per la prima volta in tempi moderni Le Willis, ovvero la prima versione dell'opera più comunemente conosciuta come Le VilliLe Willis è la primissima opera lirica di Giacomo Puccini, che il nostro concittadino scrisse proprio a Lucca nei mesi autunnali del 1883 per partecipare al noto Concorso Sonzogno. Sono quindi molto felice che il primo segno tangibile del mio mandato artistico possa essere quello di riportare nella nostra città la prima opera lirica di Puccini nella sua versione originale, presentata in questa occasione in forma semiscenica. Si tratta di un’operazione molto importante che, oltre a rafforzare ed ampliare il rilievo delle collaborazioni artistiche del Teatro del Giglio, permetterà al pubblico - per la prima volta dal 1884 - di ascoltare quest'opera pucciniana. E proprio a Lucca, dove tutto ebbe inizio.»

«Affrontando Le Willis di Puccini che aprono il Festival Toscanini - Edizione I - afferma il Maestro Omer Meir Wellber -, ritengo sia più interessante capire non quanto della Bohème o di Tosca contengono, ma quanto Verdi racchiude la prima opera pucciniana. Ed è tanto: nei temi, nell’accompagnamento, ma soprattutto nell’orchestrazione, nei raddoppi delle parti le scelte dei soli. Certo, l’armonia è già pucciniana al cento per cento: già ne Le Willis si coglie il suo stile speciale sviluppato in seguito, e tuttavia stupisce la verdianità racchiusa nella partitura che vorrei fare uscire con la mia interpretazione. Sarebbe bello che ognuno, ascoltando Le Willis, pensi ad un’opera che potrebbe aver composto Verdi, se fosse vissuto per altri 15 anni. Insieme a queste riflessioni ribadisco la mia passione per Puccini come colui che ha fatto nell’opera italiana ciò che Wagner ha fatto nell’opera tedesca avendo dato alla drammaturgia, sviluppata in senso cinematografico, un’importanza pari alla musica.  Puccini in Italia è stato il primo a introdurre la visione totale del melodramma, come un mondo complesso all’interno del quale porre sullo stesso piano, unitariamente alla musica, gli interpreti, la storia, la drammaturgia e le luci.»

«Credo che tutta la potenza di quest’opera – afferma il regista Filippo Ferraresi - risieda nella dimensione magica delle fiabe. Mi è parso quindi opportuno ragionare sulla potenza della fiaba per dare vita all’idea visiva, sul suo lato antropologico e archetipico. Ma anche nella sua fatalità che è vicina a quella della tragedia greca. Alla fiaba non interessa essere conciliatoria la fiaba non è giusta, la sua bellezza è consustanziale alla sua violenza. E tutto ciò è evidentissimo nella musica di Puccini: bellezza e violenza. Ma cosa può dirci tutto ciò nei tempi di oggi? Credo che la risposta giri intorno a questo pensiero: torniamo a raccontarci delle storie, anche quelle violente anche quelle in cui ci sono punizioni. Contro le “stories” di Instagram in cui tutto è nato con un filtro di buonismo, in cui nessuno grida pietà perché tanto tutto ciò che si fa o si dice va bene. Torniamo a suonare le trombe del fato. Ma cosa si vedrà in scena? È chiaro che la grande parete di vetro sarà la protagonista assoluta. Il gioco fra il dentro e il fuori con la complicità di un giugno italiano sarà interessantissimo da sfruttare. E poi il cerchio. Simbolo warburghiano, emblema della perfezione del ritorno di tutte le cose, serpente che si mangia la coda. “Gira, gira, danza, gira!” grida il coro dei paesani. Ed ecco che in scena un derviscio rotante inizia la sua danza vorticosa. Non si fermerà più per tutta la durata dell'esecuzione trascinandosi in un nuovo turbine fisico e mentale, ipnotico come alcune arie di Puccini».

Affascinante la storia che vide il giovane Puccini partecipare al concorso di composizione Sonzogno, concorrente al tempo della Casa Editrice Ricordi. Puccini non vinse e non ricevette neppure una menzione. L’opera venne poi rappresentata al Teatro del Verme di Milano – sostenuta da alcuni mecenati privati – il 3 maggio 1884.  La stampa dell’epoca riportò ampie discussioni sulle circostanze della bocciatura de Le Willis a partire dalla narrazione della consegna frettolosa del lavoro mal redatto ed incompleto. Tra le voci che suscitarono un insolito interesse del pubblico, quella che interpreta la vicenda come una manovra di Giulio Ricordi, noto per il suo acume critico, per portare il giovane compositore sotto la propria egida.  

 

INCONTRO DI PRESENTAZIONE DELL'OPERA
Martedì 7 giugno alle ore 19, nel ridotto del teatro, si terrà un incontro di presentazione tenuto dal Maestro Jonathan Brandani (direttore artistico del Teatro del Giglio) e dalla professoressa Gabriella Biagi Ravenni (presidente Centro studi Giacomo Puccini).

L'evento, a ingresso libero e gratuito, è realizzato grazie alla collaborazione tra Teatro del Giglio e Centro studi Giacomo Puccini.